Un po’ di orgoglio nazionale qualche volta è opportuno e questa volta ci siamo: il nostro socio Massimo Riccardi, già autore ed editore di due validissimi software ATMOS (progettazione ed analisi ottica) e ATMOS FRINGE (analisi ottica interferometria), nonché autore di un articolo di “prima classe” sui telescopi composti anastigmatici di tipo Houghton pubblicato sul numero di aprile 2003 di “Applied Optics” (la “Bibbia” dell’ottica a livello internazionale), ha progettato e pubblicato lo schema ottico di un nuovo telescopio che porta anche il suo nome: il “Riccardi-Honders”.
La famiglia di telescopi Honders consiste soprattutto di derivati in configurazione newtoniana mentre la variante dovuta a Massimo Riccardi (il telescopio Riccardi-Honders appunto) è una variante di tipo Cassegrain, sviluppata soprattuttoper l’imaging astronomico (astrofotografia) e offre caratteristiche RIVOLUZIONARIE!
Innanzi tutto la grande compattezza (lo strumento è lungo mediamente la metà della focale), la notevole facilità costruttiva (le superfici ottiche sono tutte sferiche), l’utilizzo di vetri di facilissima reperibilità, ma soprattutto la possibilità di raggiungere luminosità spinte, che vanno ben oltre f/4 e contemporaneamente, offrire una correzione mirabolante su grandi campi. Ottenere un piano focale da 52 mm di diametro, completamente piano, privo di coma e astigmatismo (!), con un backfocus (distanza ultima superficie ottica-piano focale) di ben 180 mm e immagini stellari da solo 10 micron di diametro è ordinaria amministrazione!
Se ci si pensa bene, in commercio non c’è nulla del genere, inclusi i Newton con correttore di Wynne (ci sono importanti contributi di Massimo anche in questo caso, dato che in letteratura sono menzionate alcune varianti Riccardi-Wynne) o i sistemi iperbolici, perché ogni altro schema mostra difficoltà costruttive ben superiori ed ha qualche “punto critico” come ad esempio il backfocus molto ridotto, la lunghezza dello strumento o la criticità della collimazione che è propria dei sistemi asferici.
Roland Christein, il celeberrimo fondatore e progettista della Astro-Phisics (ultra rinomata azienda di produzione ottica di telescopi di primo ordine), ha esaminato questo nuovo schema ottico e la scorsa primavera (oltre che a proporne il nome) lo ha definito – dall’alto della sua enorme esperienza – come un telescopio che “RIVOLUZIONERA’ IL MONDO DELL’IMAGING E FORSE ANCHE QUELLO DELL’ASTRONOMIA VISUALE”. E non si è limitato a scrivere questi lusinghieri commenti in privato, ma ha presentato il nuovo schema in una conferenza che si è tenuta lo scorso aprile durante il NEAF 2008 (North East Astronomy Forum).
Più in dettaglio, il telescopio Riccardi-Honders è un astrografo catadiottrico derivato dallo schema Shupmann, ed il suo sviluppo iniziale è dovuto ad un’idea dell’olandese Klaas Honders (scomparso nel 2004), che Massimo ha successivamente ripreso e migliorato in modo decisivo, meritandosi perciò il suo nome nel progetto.
In una delle varianti più semplici, l’Honders è composto da una grande lente correttrice (in genere un menisco o una lente biconvessa), posta all’ingresso dello strumento, seguita da uno specchio Mangin (un specchio con lo strato riflettente depositato sulla superficie posteriore: quindi il vetro di cui è composto agisce anche da elemento rifrattivo), poi da uno specchio deviatore Newton, e infine da una lente correttrice prima del fuoco.
Anche il Riccardi-Honders non ha superfici asferiche e possiede proprietà uniche, risultando corretto per tutte e cinque le cosiddette aberrazioni di Seidel. Questo significa che questo telescopio è in grado di fornire campi enormi senza curvatura di campo, coma, astigmatismo, aberrazione sferica, distorsione, o aberrazioni cromatiche longitudinali o laterali. Inoltre, la correzione è al limite di diffrazione anche a grande distanza dall’asse ottico. I nuovi astrografi Riccardi-Honders, in entrambe le varianti Newton e Cassegrain, sono in procinto di essere prodotti e messi in commerci da produttori esteri, ma ci auguriamo che il nostro Massimo Riccardi, sfrutti la sua notorietà internazionale che si è meritato, iniziando a produrre in proprio e a commercializzare i “suoi” telescopi. Dopo Ignazio Porro e Vasco Ronchi, l’Italia ha finalmente un progettista ottico di prima grandezza che brilla nel suo firmamento e in quello internazionale!
Le più vive congratulazioni al nostro socio onorario!!!
Bravissimo Massimo!!!